"Sono lì che mangiano una 'omelette denver' e si ritrovano una pistola puntata in faccia." (Zucchino)

PULP BLOG

"Pulp"- 1. Massa di materia informe, molle e umida. 2. Un libro che tratta argomenti sinistri, normalmente stampato su carta di bassa qualita'. 27/3/2006

domenica 30 dicembre 2007

SENSAZIONI DI FINE ANNO

"E' facile sai averti se chiudo i miei begli occhietti spenti e cerco su di me la tua pelle che non c'è. Poi ti entro in fondo, dentro lo sai, soltanto per capire chi sei. Forse sei un congegno che si spegne da se. E puoi maledire la tua bocca se sbagliando, mi chiama quando lui ti tocca. Cercherò su di me la tua pelle che non c'è. Ti entravo in fondo, dentro lo sai, soltanto per capire chi sei. Forse sei un congegno che si spegne da se."
foto by Daniele Pietravalle

mercoledì 26 dicembre 2007

HEROES

"Da dove viene questo bisogno, quest' ansia di risolvere i grandi misteri della vita, quando anche la più semplice delle domande non ha risposta: perchè esistiamo? Che cos'è l'anima? Perchè sogniamo? Forse sarebbe più comodo fare finta di niente, voltarsi dall' altra parte, ma non è nella natura umana, non è per questo che siamo qui. Quest' ansia, questo bisogno di risolvere i misteri della vita, in definitiva che importanza ha quando il nostro cuore non riesce a cogliere un significato che in brevissimi istanti, loro sono qui, sono tra noi, nelle ombre, nella luce, ovunque, ma sono consapevoli?
Tutti noi ci immaginiamo artefici del nostro destino, capaci di determinare il corso delle nostre vite. Ma siamo davvero noi a decidere la nostra ascesa e la nostra caduta? O c'è una forza più grande di noi, che stabilisce la nostra direzione? E' l'evoluzione che ci prende per mano? E' la scienza ad indicarci il cammino? O è Dio che interviene per trarci in salvo? Con suo disappunto, non poter scegliere il proprio percorso è la triste condizione dell'uomo. Gli è solo dato di scegliere come atteggiarsi quando il destino chiamerà, sperando che non gli manchi il coraggio di rispondere.
Quando l'evoluzione seleziona i suoi agenti non è indolore, l'unicità ha sempre un costo, si può essere costretti a compiere azioni contrarie alla propria natura. E all'improvviso il cambiamento che si preannunciava esaltante, si rivela un tradimento. Può sembrare crudele, ma lo scopo non è altro che l'autoconservazione, la sopravvivenza. Questa forza, l'evoluzione, non ha sentimenti, come la terra conosce solo i crudi fatti della lotta della vita con la morte, si può solo sperare che alla fine, dopo aver soddisfatto con fedeltà i suoi bisogni, rimanga qualche traccia di quella vita che un tempo conoscevamo.
Spesso le domande sono più potenti delle risposte: Com'è possibile? Loro cosa sono? Perchè loro e non altri? Perchè proprio ora? Cosa significa tutto questo?"

giovedì 20 dicembre 2007

MUSICA PER LE MIE ORECCHIE

Ormai sono un fan accanito, sentire suonare le note di Jimi Hendrix dalla sua chitarra è piacevole come una Corona fresca d'estate. Max Trani accompagnato da Carlo Mastrogiacomo alla batteria, Venerdì 21 Dicembre alle 22.00 al FoxHole, via P. Falconieri 47.

sabato 15 dicembre 2007

L'UOMO INVISIBILE

Nell'episodio 14 della prima serie di Heroes, "Distrazioni", Peter Petrelli chiede a Claude Raines, l'uomo invisibile, cosa si prova ad essere inosservati. Lui risponde prontamente: "Cosa vuoi che si provi? Ti fai gli affari degli altri, entri nelle loro case, li vedi nella loro intimità... e sono tutti uguali. Parlano da soli, sono egoisti e sono tutti scureggioni." Più passa il tempo e più mi rendo conto che sia davvero così. Ognuno pensa solo ai cazzi suoi, a ciò che possa giovare alla propria esistenza. E in questo valzer di ipocrisia e di falsi buonismi si reggono i rapporti più precari, le aziende, le famiglie. Pacchi regalo confezionati che non contengono doni ma solo oggetti che servono a spazzar via quel fottuto peso morale di donare. La malattia del consumismo che intossica quest'aria di festa. Evviva le belle parole, i pensieri elaborati dal cuore ed espressi dalla bocca. Viva i regali essenziali, che portano il sorriso di un bambino e non una smofia di felicità latente sulle labbra di un adulto. Chissà quando si finirà di essere tutti scureggioni...
Buone feste amici miei bloggers, dal profondo del mio cuore.

mercoledì 5 dicembre 2007

VIVA LA CRITICA

Massimo Bertarelli, da Il Giornale, 22 aprile 2004
"Sarà un genio Quentin Tarantino, ma sempre più presunto, per usare l’aggettivo caro ai nostri telegiornali. Pulp Fiction era un capolavoro, ma ormai ha dieci anni, troppi per pretendere un posto tra i grandi. Nemmeno amplificando i (pochi) meriti di questo Kill Bill 2, il suo sesto film, sempre che non si voglia considerarlo un tutt’uno con il recente Kill Bill 1, dove era più marcata la mescolanza di generi, dal poliziesco al western, al kung fu financo ai cartoni animati.In Kill Bill 2, catalogabile tra i noir, si parte dall’inizio della puntata pilota, mostrata in bianco e nero e da un’altra angolazione psicologica, per rinfrescare la memoria a chi l’aveva vista e far capire almeno qualcosa agli altri. Urna Thurman è la Sposa, in dolce attesa, che proprio il giorno delle nozze è vittima di un’imboscata decisa dal suo ex, in amore e in affari, il boss Bili del titolo (David Carradine). Quando, dopo quattro anni, esce finalmente dal corna, la vendicativa fanciulla va all’assalto delle quattro Vipere Assassine che hanno materialmente eseguito l’ordine. Se in Kill Bill 1 ci lasciavano le penne due killeresse, Vernita Green e O-Ren lshi, nella seconda parte tocca agli altri due sicari, Bud (Michael Madsen) Elle Driver (Daryl Hannah) e infine, ovviamente, al mandante Bill. Non è che i cattivi stiano a guardare, anzi, ma la protagonista ha sette vite, le fanno un baffo una fucilata in pieno petto e perfino una sepoltura anticipata.Comunque nelle interminabili due ore e un quarto del film, punteggiate dalla musica assordante di Robert Rodriguez (il regista megalomane di E! Mariachi), le infinite zone morte gonfie di inutili chiacchiere non compensano le vigorose scene d’azione. Tecnicamente Tarantino è un maestro, giù il cappello, ma ha il viziaccio di lasciarsi trascinare dalla vocazione alla violenza (come il raccapricciante primo piano dell’unico occhio sano cavato alla stangona supersexy Daryl Hannah), pur se annacquata da un’abbondante spruzzata d’ironia. Insomma gli sbadigli prevalgono sulle emozioni. Già che siete rimasti fino alla conclusione, non perdetevi Urna Thurman, ancora in bianco e nero, che con la chioma bionda al vento fila sulla decapottabile in mezzo ai titoli di coda."

Grazie Diego per avermi segnalato questa "recensione", io e la mia ispirazione gliene siamo grati.
Rispetto le idee degli altri più delle mia stessa carne. A volte la critica la cerco per crescere. La ricerco per farmi un'opinione. Ma non quella critica offensiva, sminuente, cerco quella critica "critica". Quella critica costruttiva, quella critica "esame", quella critica "giudizio". Non quella critica coatta, fatta da un piedistallo e mescolata con ironia da bontempone. Spesso cerco di essere criticato, soprattutto qui sul blog, perchè voglio maturare ancora di più. Perchè voglio vedere come la vedono gli altri su come io vedo il mondo (piccola citazione al Prof).
Le critiche (commenti) che mi arrivano sono d'oro e li tengo stretti a me. La domanda che mi sorge è come possa far tesoro qualcuno di quanto riportato sopra. Qui non si parla di pareri condivisibili o di rispetto. Qui si parla di competenza. Si parla di comprensione e studio di ciò di cui si sta parlando. Come me e il Tisgo non fate caso agli errori di ortografia mi raccomando. Corna sta per Coma, Urna sta per Uma... scherzi da tastiera Bertarelliana. Come esempio capita l'attempato Bertarelli e il secondo capitolo di Kill Bill ma il problema purtroppo è assai più radicato. C'è gente che chiama "noir" un bianco e nero che tutto vuole essere tranne che noir o "un'angolazione psicologica", gente che chiama "assordante" la musica di un Ennio Morricone tragicamente scambiato per Rodriguez additato come megalomane. Pensieri sconnessi di un giornalista di un tempo, che ora non ha nulla su cui poter scrivere, una vecchia penna che sà solo parlare male di ciò che non comprende. Inutilità e cattiveria allo stato puro decifrabile solamente da altre menti chiuse. Ai tempi di La7 Sport lo adocchiammo per le sue incompetenze calcistiche (clicca qui per la prova)... ora si è allargato sulla celluloide.

lunedì 3 dicembre 2007

QUANDO VINCI ANCHE SE PERDI


Di Pulp il calcio ha poco... quasi nulla. Sponsor che spiccano più dei calciatori in campo, soldi, contratti, dirigenti e arbitri venduti. Carambole di falsità che rimbalzano da una bocca all'altra dei giornalisti. Poca verità, poca sincerità. Ieri però a Firenze, sul campo della Fiorentina, sono successe delle cose che mi hanno fatto amare ancora di più questa squadra. Per ricordare Manuela, la moglie di Cesare Prandelli scomparsa pochi giorni fà dopo una lunga malattia, si è osservato il minuto di silenzio più sincero e struggente che abbia mai visto e sentito. Un silenzio così rumoroso, capace di spazzare via tutta la sporcizia di questo sport in degrado, anche attraverso il tubo catodico, un silenzio capace di far sentire tutto l'affetto di una città verso un uomo carico di umanità e valori come l'allenatore della mia squadra del cuore. Commozione pura, rispetto per il dolore e pacatezza. Quella pacatezza che si sta perdendo in questo paese. Quella pacatezza e quella classe con cui questa squadra gioca al calcio ogni Domenica e vince. Sì perchè la Fiorentina di quest'anno se perde vince lo stesso. Perchè gioca da Dio anche contro l'Inter dell'intercettatore Moratti. Perchè prende pochi gol, segna tanto, segna bene e quando non segna ci rimane male per poco tempo. Perchè sorride. Perchè fa il "Terzo tempo" che si fà nel Rugby (esclusa la birretta post-partita fra le due squadre), stringe la mano all'avversario, si complimenta con lui e rende grazie della visita. Lo fà fregandosene dell'autorizzazione della Lega Calcio che ora vuole istituzionalizzare il gesto, come se il rispetto fosse qualcosa da imporre. Ieri la mia Viola mi ha reso fiero, mi ha commosso.
"Sul tuo vessillo scrivi forza e cuore e nostra sarà sempre la vittoria."