VOTO A PERDERE
Non trovo niente di interessante in quella che oggi chiamano politica. Non mi affascina ciò che dicono nei salottini televisivi, le promesse che fanno e che non mantengono. Non faccio distinzioni tra destra e sinistra, semmai provo a scindere a fatica, l'onesto dal disonesto. Non mi posso considerare una persona di sinistra solo perchè odio la destra o viceversa. Non posso schierarmi perchè nessun partito e nessun politico risponde alle mie richieste. Sempre le stesse facce da decenni, che dicono sempre le stesse cose, negli stessi programmi agli stessi conduttori. Sere fa quel capellone di Berlusconi ringraziava degli pseudogiornalisti seduti dietro un tavolo dicendo: "Grazie ai miei gentili domandatori..." dopo un'ora di domandine della serie: "Come giudica il suo avversario politico?". Poi è arrivato lui, il Barak Obama de Noantri che dice che "Si può fare", mettendo sul piatto l'ennesima lettera di una ragazza che lavora a tempo determinato e che gli dice che non riesce ad arrivare a fine mese. Promesse sincere come quelle di 2 anni fa. Non si riesce più a parlare di politica, non si riesce più a commentare lo scempio, questo duopolio imposto da chi? Perchè? Chi ve l'ha chiesto? Meno male che ci sono le alternative verrebbe da dire, oggi pomeriggio gli ho dato un'occhiata. Spicca per intelligenza e coerenza la lista chiamata "Io non voto", già contraddittoria di per sè (per votare "Io non voto" devo sempre votare). Poi c'è il fenomeno Renzo Rabellino che sfrutta come al suo solito le omonimie, in questo caso con Beppe Grillo e da vita alla lista dei "Grilli Parlanti" al cui interno i partiti più inutili e antisociali come quello della Lega Nord e il movimento NoEuro. Poi via di seguito i partiti più strani che ho trovato in lizza (clicca qui per vedere la lista completa): il Ppl (Pane Pace Lavoro), il "partito del Recupero del Maltolto", "Liberi nella libertà", "Il partito della Libertà", Il partito delle Libertà", un partito chiamato "100%" che ha come leader tale Gustavo Ogliari, "Partito Impotenti Esistenziali", "Movimento dei Giovani Poeti d'Azione", infiniti partiti sulle donne, sul Sudtirol, intese di qua, intese di là, intese per il Veneto, intese per l'Italia ma il più bello e sincero penso rimanga il partito "No Monnezza". Poi c'è anche un partito per i puttanieri, sul simbolo c'è scritto Casini, anzi no, pardon... è l'Udc. Ce ne sono tanti, veramente tanti e nessuno di questi merita il mio voto. Astenersi e farsi mettere a verbale significherebbe arrendersi alla totale inutilità in cui versa un cittadino oggi. Eleggere dei disonesti vorrebbe dire autoflagellarsi. Suona un pò come una sconfitta ma se non lo capiscono tutti quanti andremo sempre di più allo sbando... tutti i voti, nessuno escluso saranno voti a perdere.
3 Comments:
Sono d'accordo al 99% con quello che scrivi ma... c'è un "ma"!
Se c'è una cosa che non condivido è il troppo facile lamentarsi e criticare chi, nel bene e nel MALE, si è buttato in politica.
Penso che attaccare i politici sia diventato lo sport nazionale e la valvola di sfogo dei nostri problemi. Secondo me se non si trova rappresentanza in chi si propone le cose da fare sono due: o ci si rimbocca le maniche e si cerca di cambiare sul serio qualcosa mettendosi in gioco in prima persona, o ci si sta zitti e basta! Magari qualche sfottò e un po' di satira non guasta, ma il lamentarsi lascia il tempo che trova e fa molto "vecchietta in fila alla Posta".
Sbaglio?
Non sbagli mio prof... ma penso anche che chi, una volta buttatosi in politica, qualora scopra qualcosa che non va, deve avere il coraggio di denunciarla e non di adeguarsi al sistema. La vecchietta in fila alla posta si nutre di tali cadute di stile. Io comunque voto PDS.
Vista da dentro la politica non è meglio che da fuori, purtroppo, ed ora che la guardo da questa prospettiva un pò di amarezza cel'ho. Ma c'è sempre da dire che la politica è fatta da uomini, e che ci sono uomini buoni e uomini cattivi, che in politica si traducono in chi lavora per sè e chi lavora per il paese, o per il quartiere insomma.
Cmq ritengo che una speranza c'è, e si trova agli estremi..
proprio quegli estremi che gli Italiani hanno mozzato in maniera miope col loro voto. Le componenti sociali, sia a destra che a sinistra, sono la chiave di volta della rinascita; e speriamo che questi 5 anni di extraparlamentarismo servano a rinforzare loro le spalle per il futuro, nelle piazze e tra la gente stavolta, e non più nei palazzoni del potere liberal-borghese.
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